mercoledì 23 ottobre 2013

Tiepole

Tiepole è un paesino immaginario della provincia romana.
Partorito dalla mia fantasia nel 2008 ha atteso diversi anni nel mio pc prima di essere svelato ai lettori. È un luogo dove le leggende le paure e i misteri prendono vita. Un piccolo luogo circondato dalle montagne dove l'impossibile diventa possibile, dove si mescolano tutte le sensazioni del genere umano (terrore amore amicizia affetto familiare...).
Terra di Tiepolo Costantini, dal quale deve il nome, tramanda alle sue generazioni le sue storie cupe e oscure nelle quali è facile smarrirsi.







Tratto dalla “Storia di Tiepole” (autore anonimo) 
Sulla fondazione di Tiepole.

La comunità di Tiepole nacque nel 1823. Essa fu fondata da Tiepolo Costantini e dai suoi discendenti e seguaci che staccatisi, dal paese di Acriterra valicarono la montagna denominata Parzica per ridiscendere poco più a valle. Ciò avvenne in seguito a una disputa tra la famiglia Costantini e le autorità Acriterrane, in merito a ciò che fu chiamata allora antica magia.
Tiepolo Costantini si accostò, ignote sono ancora le ragioni, a pratiche definite pagane e fu più volte visto praticare culti esoterici. Si diceva che avesse un altare dove offrire sacrifici agli dei, che parlasse con gli spiriti e che avesse osato riportare in vita l'ultima di una delle figlie, nata morta. Tutto ciò andava a cozzare contro il puritanesimo e la forte religiosità di Acriterra; Tiepolo fu così bandito dal paese (si dice che fu trovato a profanare una tomba e prelevare pezzi di cadavere). Assieme a lui tutta la sua famiglia: sua moglie Costanza e i quattro figli, Guido Cesare, Viviana e Fiammetta. Si unirono a loro i membri della famiglia Vasselli. Poco si sa a proposito di tale clan familiare; il pater familias fu un certo Oreste Vasselli. Lo seguì sua moglie Maria Luce, e le tre figlie Lucia, Lucrezia e Virginia. Arrivarono poco più a valle della montagna, vicino alle cosiddette Colline Brade. Si stanziarono in abitazioni provvisorie, costruite con le loro forze. Dopo circa una settimana dalla loro permanenza, le due famiglie vennero raggiunte dai seguaci di Tiepolo che lo avevano difeso durante il lungo processo nel quale fu condannato in contumacia per aver procurato agli Acriterrani una vita di scontenti e maledizioni in seguito a una sua presunta gravosa fattura.
Tali seguaci comprendevano i coniugi Cervigni (Gugliemo e Anita) i quali sostennero durante il processo che Tiepolo aveva prestato loro aiuto con le sue arti divinatorie; un medico allontanato dalla sua professione perché accusato di curare i suoi pazienti con metodi poco ortodossi (preghiere e talismani al posto di farmaci); e un gruppo numeroso di giovani ragazze e ragazzi, adepti di Tiepolo. Giorno dopo giorno, mattone dopo mattone Tiepolo e i suoi seguaci edificarono parte del paese che possiamo ora ammirare. I Costantini e i Vasselli si posero a capo della piccola comunità, decidendo all'unisono che essa dovesse assumere il nome del suo ideatore. Tiepolo assunse il titolo di podestà; Oreste Vasselli divenne il suo consigliere di maggior fiducia. Il paese crebbe nell'arco di una manciata di anni (si dice che le donne vennero costrette a procreare unicamente per accrescere il numero di abitanti). Si sospetta addirittura che i Tiepolesi rapissero i giovani e i bambini dei paesi poco distanti e della città perché la comunità crescesse a dismisura. Venne edificata una Chiesa, costruito un piccolo cimitero e un modesto edificio fu adibito a suola elementare. Gli abitanti vivevano dei frutti della campagna circostante di caccia e di allevamento.
Oreste Vasselli morì nel 1874, in circostanze misteriose (come affermano le pochissime testimonianze rinvenute). E ciò fece divampare la miccia accesa già da tempo: scoppiò un violento conflitto tra le due famiglie, i Costantini e i Vasselli. Tiepole attraversò gli anni più cupi e duri della sua storia. La terra si macchiò di omicidi, e bevve il sangue dei suoi abitanti. S'infettò con quella che continuavano a denominare tutti antica magia. Le contese si conclusero con la vittoria dei Vasselli; Tommaso, figlio di Lucia e nipote di Oreste, si autonominò nuovo podestà del paese. Si dice che Tiepolo lasciò quella terra e si rifugiò nelle Colline Brade.
Non vi fece più ritorno. Il suo corpo venne ritrovato nel 1896, anno in cui si presume sia morto. Egli aveva da poco compiuto cento anni, ma ne dimostrava almeno una ventina di meno. Ciò fece accrescere la leggenda sorta attorno alla sua figura. Alcuni ritengono che egli possedesse il segreto dell'eterna giovinezza e che fosse prossimo a scoprire quello dell'immortalità.
La vita a Tiepole proseguì, e l'antica magia con tutto ciò che le era attorno, venne dimenticata. I Vasselli persero il titolo di podestà nei primi anni del '900. Da allora, per decisione unanime e per il bene e la sopravvivenza della comunità stessa, si alternano sindaci che non siano discendenti diretti delle due famiglie. I Tiepolesi e gli Acriterrani non ebbero più alcun tipo di rapporto, e per il bene di tutto spero continui a essere così.

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